lunedì, gennaio 29, 2007

Lettera alla famiglia Gaddozza

Carissimi, ho appena finito di vedere il vostro film in dvd che per vari motivi non ero riuscito a vedere al cinema.
Ero molto interessato a vedere il film non solo per la stima e l'affetto che mi lega ad alcuni interpreti ma anche per trascorrere un pò di tempo in modo diverso dal solito, purtroppo nei diversi giorni di programmazione alcuni impegni mi avevano impedito la visione con mio grande dispiacere, per fortuna avete pensato di far uscire un dvd che mi ha dato la possibilità di vedere quanto da voi realizzato.
Devo complimentarmi con voi, ho apprezzato molto il film, non sono in grado di giudicarlo da un punto di vista di critica cinematografica, ma la cosa che mi ha maggiormente colpito è stata la vostra grande capacità di mettere insieme e coinvolgere nel vostro progetto tanti giovani e meno giovani di Latronico.
In un paese come il nostro che vive problemi legati allo spopolamento, all'indifferenza, un progetto come il vostro merita il plauso perchè ha sicuramente rappresentato un momento di aggregazione per voi che l'avete ideato, scritto, interpretato, fatto la regia, il montaggio, ma anche per tutti quelli che per curiosità, per piacere, per invidia, hanno deciso di vederlo.
Sicuramente ad ognuno avrà suscitato emozioni diverse, ma ceratamente per tutti è stata l'occasione di vivere un'emozione, spero che avrete voglia e il piacere di farcene vivere delle altre. Condividi

venerdì, gennaio 12, 2007

Lettera ad un'amica, ovvero considerazioni sulla morte

Carissima, ho saputo del dolore che in questi giorni ha colpito la tua famiglia. E' sempre diffcile in questi momenti trovare le parole giuste, in queste occasioni o ogni volta che mi viene di pensare alla morte la mia mente va a pescare frammenti di poesie, di canzoni o altro.
Ad esempio ripenso alla lettera di Epicuro a Meneceo sulla felicità "Prima di tutto abituati a pensare che la morte non costituisce nulla per noi, dal momento che il godere e il soffrire sono entrambi nel sentire, e la morte altro non è che la sua assenza. L'esatta coscienza che la morte non significa nulla per noi rende godibile la mortalità della vita, senza l'inganno del tempo infinito che è indotto dal desiderio dell'immortalità. Quando noi viviamo, la morte non c'è, quando c'è lei, non ci siamo noi. Il vero saggio, come non disdegna vivere, così non teme di non vivere più. Come dei cibi sceglie i migliori, non la quantità, così non il tempo più lungo si gode, ma il più dolce. Chi ammonisce poi il giovane a vivere bene ed il vecchio a ben morire è stolto non solo per la dolcezza che c'è sempre nella vita, anche da vecchi, ma perché una sola è la meditazione di una vita bella e di una bella morte".
A volte rileggo Verrà la morte di Cesare Pavese "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio. Cosí li vedi ogni mattina quando su te sola ti pieghi nello specchio. O cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla. Per tutti la morte ha uno sguardo. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti.", oppure leggo il testo della canzone di Fabrizio De Andrè La morte "La morte verrà all'improvviso avrà le tue labbra e i tuoi occhi ti coprirà di un velo bianco addormentandosi al tuo fianco nell'ozio, nel sonno, in battaglia verrà senza darti avvisaglia la morte va a colpo sicuro non suona il corno né il tamburo. Madonna che in limpida fonte ristori le membra stupende la morte no ti vedrà in faccia avrà il tuo seno e le tue braccia. Prelati, notabili e conti sull'uscio piangeste ben forte chi ben condusse sua vita male sopporterà sua morte. Straccioni che senza vergogna portaste il cilicio o la gogna partirvene non fu fatica perché la morte vi fu amica. Guerrieri che in punto di lancia dal suol d'Oriente alla Francia di strage menaste gran vanto e fra i nemici il lutto e il pianto davanti all'estrema nemica non serve coraggio o fatica non serve colpirla nel cuore perché la morte mai non muore."
Quando penso alla morte passo da stati di angoscia e paura a stati di indifferenza e piacere, in verità non c'è niente di più giusto della morte, "Tu qua' Natale...Pasca e Ppifania!!! T''o vvuo' mettere 'ncapo... 'int'a cervella che staje malato ancora e' fantasia?...' A morte 'o ssaje ched''e?... è una livella. 'Nu rre,' nu maggistrato,' nu grand'ommo, trasenno stu canciello ha fatt'o punto c'ha perzo tutto,' a vita e pure 'o nomme: tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto? (da 'A livella di Totò)
Senza la morte la vita non avrebbe senso, se non ci accompagnasse il pensiero e la certezza della morte tutto si svuoterebbe di significato, ci viene dato un tempo nel quale lasciare anche una sola piccola traccia, moriamo veramente solo quando muore il ricordo di noi.
Ti lascio con i versi di una mia poesia Quando la nera donna
Quando la nera donna
un velo bianco stenderà sul mio volto
e mi addormenterò per un lungo sonno
il mio corpo tra altri mille sarà sepolto.
Non voglio il pianto della gente
non voglio sulla mia tomba alcun fiore
il mio nome resterà nella loro mente
come nel loro cuore resterà il mio amore.
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martedì, gennaio 02, 2007

Lettera all'anno vecchio e a quello nuovo.

O giorni, o mesi, che andate sempre via; sempre simile a voi è questa vita mia; diverso tutti gli anni e tutti gli anni uguale, la mano di tarocchi che non sai mai giocare. (Canzone dei dodici mesi - Francesco Guccini)
Carissimi, sono stato indeciso fino ad oggi non sapevo se scrivere prima che l'anno appena trascorso finisse o dopo, poi ho deciso per dopo, senza però un motivo preciso.
Come ogni anno quando un anno si congeda e l'altro arriva si fanno bilanci e buoni propositi.
Non voglio fare un bilancio dell'anno appena trascorso perchè, come spesso accade, si finisce per ricordare soprattutto le cose meno belle, preferisco ringraziarti per esserci stato ho così potuto fare nuove esperienze da cui trarre consigli e suggerimenti per il futuro.
Spero che ti starai godendo un pò di meritato riposo, scusa se ogno tanto ti richiamerò per pescare avvenimenti trascorsi, ma i ricordi spesso aiutano.
Non ho per te che sei appena arrivato buoni propositi da fare, prenderò quello che verrà cercando di tanto in tanto (o magari spesso) di aggiungere qualcosa di mio.
Da un pò di tempo correte e trascorrete molto più in fretta, "avevo pochi anni e vent'anni sembran pochi poi ti volti a guardarli e non li trovi più (Bufalo Bill - Francesco De Gregori), e starvi dietro è sempre più difficile.
Ricordo quando avevo 15/16 anni che eravate più lenti, per passare un anno ci voleva un'eternità e ora che la maturità ci fa vivere meglio ogni istante ve ne andate in fretta, l'unico modo per starvi dietro è forse quello di non pensare a quello che verrà, non è un invito al vivere alla giornata, ma prendere tutto quello che mi sarà dato e viverlo con intensità.
Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
di dederint, Leuconoe, nec Babylonios temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati, seu plures hiemes, seu tribuit Iuppiter ultimam,quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare Tyrrhenum: sapias, vina liques, et spatio brevispem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invidaaetas: carpe diem, quam minimum credula postero.
(Non domandarti – non è giusto saperlo – a me, a tequale sorte abbian dato gli dèi, e non chiederlo agli astri, o Leuconoe; al meglio sopporta quel che sarà: se molti inverni Giove ancor ti conceda o ultimo questo che contro gli scogli fiacca le onde del mare Tirreno. Sii saggia, mesci il vino – breve è la vita – rinuncia a speranze lontane. Parliamo e fugge il tempo geloso: cogli l'attimo, non pensare a domani.)
Dai Carmina di Orazio Condividi