lunedì, maggio 29, 2006

Identità

L’uomo guardò nel mare
vide nell’acqua qualcuno
si gettò in mare
per scoprire chi fosse
ma dal mare non è
più tornato.

Latronico 15/3/1982 Condividi

martedì, maggio 23, 2006

Lettera per Giovanni

Mio vecchio amico di giorni e pensieri
da quanto tempo che ci conosciamo,
venticinque anni son tanti e diciamo
un po' retorici che sembra ieri.

(Canzone per Piero - Francesco Guccini - Album Stanze di vita quotidiana)

Caro Giovannni, spero posso annoverarti fra i miei amici anche se lo svolgersi della vita non ci fa più frequentare come un tempo, ti scrivo questa lettera per ringraziarti pubblicamente.
Vivo e lavoro prevalentemente a Latronico ma spesso, probabilmente per mia negligenza, alcuni avvenimenti che vi accadono mi sfuggono e grazie a te ho scoperto, tra l'altro ho avuto modo di leggerli a Lagonegro su L'eco di Basilicata periodico di Lauria.
Mi riferisco per esempio alla festa per un anniversario della Ditta Falabella, dell'elezione di una giovane di Latronico a Presidente di un'associazione culturale, ai successi dei nostri atleti.
Uso uno strumento pubblico e aperto per scriverti perchè credo molto nelle nuove tecnologie e nel loro utilizzo soprattutto per il contributo che possono dare in una area piccola come può essere un paese per far circolare le informazioni e stimolare i confronti.
Informazioni che viaggiano con immediatezza e senza intermediari e possono dar vita a confronti con un pubblico più vasto. Una volta lo scambio di idee avveniva in piazza, al circolo, dal barbiere, nelle sezioni di partito, ma in ogni caso l'ambito era ristretto nel periodo e negli interlocutori, oggi tutto si può allargare tempo e spazio non ci sono più, non devo per forza trovarmi in quel momento e in quel luogo per dire la mia opinione, posso esprimerla dopo un mese magari dall'altro capo del mondo.
Con affetto e stima.
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mercoledì, maggio 10, 2006

La farfalla



Sono stanco di correre
dietro ad una farfalla
mi fermerò
sulla riva di quel fiume
ad aspettarla.

Latronico, 28/12/1984
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lunedì, maggio 01, 2006

Una poesia per il mio paese.



Due croci


Due croci

e in mezzo ci sei tu.

Mi sono tornati alla mente

gli anni di quando ero ragazzo

da ogni tua strada

da ogni tuo vicolo

saliva la voce di bambini

che allegri giocavano.

Ho rivisto

chiavi inserite

nelle toppe delle porte.

Stalle aperte

e maiali che mangiavano

ho sentito la magia

di riti antichi,

forse cruenti,

ma che univano

e spezzavano

le catene della solitudine

della sofferenza e della fatica.

Oggi

ho camminato per le tue strade

e per i tuoi vicoli

ho visto porte e finestre chiuse

qualcuna si riapre in estate

ma ormai sono sempre meno

non ho sentito

voci di bimbi

né grugniti di maiale.

Mi sono sentito solo.

Latronico, 28/04/2006

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